Una insufficiente alfabetizzazione sanitaria è nociva per la salute delle persone
Con alfabetizzazione sanitaria (Health literacy) si intende la “capacità di ottenere, elaborare e capire informazioni sanitarie di base e accedere ai servizi di salute in modo da effettuare scelte consapevoli”. In pratica essere in grado di acquisire, comprendere e utilizzare informazioni per tutelare la propria salute.
Recenti studi hanno dimostrato che bassi livelli di alfabetizzazione sanitaria influenzano negativamente lo stato di salute delle persone, rappresentando un fattore di rischio, aumentando le disuguaglianze e incrementando i costi a carico del sistema sanitario.
È stato riscontrato, infatti, che le persone con un basso livello di health literacy non utilizzano in modo appropriato i servizi sanitari, hanno più difficoltà a seguire le indicazioni mediche, ad assumere i farmaci in modo corretto e a mantenersi in salute. Le ricerche sul campo indicano che tra le categorie di persone con più problemi di salute ci sono gli anziani, gli immigrati e gli individui con un basso livello di istruzione.
Un recente editoriale di Lancet pubblicato il 12 novembre 2022, dal titolo ‘Why is health literacy failing so many?’, ovvero ‘Perché l’alfabetizzazione sanitaria inganna così tante persone?’ afferma che molti individui non sono in grado di prendere decisioni in materia di salute, anche nei paesi con i migliori sistemi sanitari.
L’alfabetizzazione sanitaria è fondamentale per il raggiungimento degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030. Le persone devono sapere come prevenire le malattie e come avere buoni risultati di salute nei diversi sistemi sanitari.
Tradizionalmente, la health literacy è stata focalizzata sulla capacità individuale di accedere, comprendere e utilizzare informazioni per mantenersi in buona salute: certamente ciò è importante. Ma questo approccio trascura gli elementi strutturali e sociali che determinano le nostre scelte. Spesso queste decisioni sono prese in ambiti familiari, quelle per la salute delle comunità sono dettate da fattori socio-ambientali fuori dal controllo dei singoli. I progressi della ricerca in queste aree sono stati lenti e gli interventi pubblici ancora lasciano indietro molte persone.
Comunque molte cose tanno cambiando, si va verso la coprogettazione di molte decisioni e maggiore interazione con le popolazioni. Si invoca un approccio integrato al di fuori dei centri medici, nelle scuole, nelle chiese, nei gruppi sportivi e nei luoghi di lavoro, per assicurare la health literacy ai vari livelli anche al di fuori degli ambiti sanitari.
C’è comunque un ‘ma’ nelle intenzioni dell’Organizzazione mondiale della sanità: in particolare, i ‘determinanti commerciali della salute‘.
I settori privati modificano le agende, danno forma a narrative, mettono sul mercato i loro prodotti con modalità che compromettono la alfabetizzazione sanitaria, non solo ingannando i singoli individui , ma anche favorendo lo sviluppo di comunità e società non sane.
I principali esempi vengono dalle industrie del tabacco, degli alcolici e del cibo spazzatura. Queste negli ultimi decenni hanno mirato a aumentare i profitti, incuranti dei danni collaterali alla salute. Gli stakeholders della sanità hanno lottato faticosamente contro questa disinformazione, particolarmente diffusa attraverso i media, che bombarda le persone, le famiglie e le comunità.
Che cosa l’OMS e le altre organizzazioni preposte alla tutela della salute devono cercare urgentemente di fare per trovare soluzioni? La politica stessa deve acquisire la alfabetizzazione sanitaria e comprendere l’impatto delle proprie decisioni sulle popolazioni. Ma tutto ciò è destinato a un fallimento se non si agisce sui drivers fondamentali che danno forma alla nostra conoscenza della salute e su ciò che primariamente rende le nostre società non sane, non ultimi i determinanti commerciali della salute. Queste le conclusioni dell’editoriale di Lancet.
L’alfabetizzazione sanitaria deve cominciare dalle scuole, la coscienza e la conoscenza delle questioni relative alla salute devono essere insegnate a partire dall’infanzia, se si crede di dovere e di volere raggiungere gli obiettivi di creare una società più sana, e – utopisticamente – un mondo migliore.