Sei anni di collaborazione con il Dipartimento di salute mentale
La collaborazione tra Cittadinanzattiva e Dipartimento di Salute Mentale Grosseto: 2014-2020
Benessere e comunità: il racconto di due protagoniste (Maria Rita Salemme e Maria Platter)
Quando ci è stato chiesto di scrivere della nostra esperienza di collaborazione con la “coalizione di comunità” ci sembrava proprio di non essere capaci di tirare fuori nulla.
Invece, dopo un po’ di riflessione, ci siamo accorte che c’era tanto da dire… a partire da noi, cioè guardando ‘dentro’ di noi, a cominciare dalla nostra stessa esperienza.
Siamo attiviste di Cittadinanzattiva toscana, un’associazione di tutela dei diritti dei cittadini, soprattutto dei più fragili, e di promozione della cittadinanza. La nostra associazione è sempre stata molto attenta, in Toscana e non solo, alle problematiche legate alla salute mentale, impegnata soprattutto nella lotta contro lo stigma che circonda le persone sofferenti e le loro famiglie.
La nostra esperienza a Grosseto era cominciata in una mostra di pittura, qualche anno prima, con un quadro…
Un quadro dipinto da un ragazzo che aveva avuto disagi mentali e che aveva trovato nella pittura la strada della sua guarigione e che dipingeva con i colori della primavera e della sua grande sensibilità. Attraverso la pittura egli era riuscito a superare i suoi disagi di vita e anche a trasmettere questo allo spettatore. I suoi quadri ti coinvolgevano emotivamente e non ti lasciavano più andare.
E’ stato così che un quadro, subito acquistato per la nostra sede, ci ha cambiato perfino la prospettiva della nostra collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale.
Perché da quel momento abbiamo iniziato un viaggio impegnativo nel mondo della sofferenza giovanile, delle persone fragili e dei possibili percorsi di comunità per la prevenzione e la cura del disagio.
Un viaggio affascinante e istruttivo anche per noi stesse, che ci ha aperto spazi poco conosciuti, che ci ha fatto ‘leggere’ i valori e l’etica della vita in un modo diverso e che ci ha avvicinato ad una sofferenza silenziosa, troppo spesso incompresa, a volte invisibile ai più.
Questa è stata una delle esperienze che ha consolidato anche da un punto di vista “umano” e di relazione la nostra collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale di Grosseto, dove abbiamo incontrato personalità altamente professionali, molto sensibili e accoglienti, con le quali siamo entrate anche in simpatica sintonia. Perciò, quando ci hanno proposto di partecipare ad un progetto ministeriale interregionale per il riconoscimento precoce dei disturbi giovanili tra i 14 e i 24 anni, abbiamo accettato con entusiasmo, nonostante le perplessità perché la nostra collaborazione ci sembrava potesse essere solo minimale.
Il progetto coinvolgeva anche altri tre centri di salute mentale oltre quello di Grosseto: due in Lombardia e uno a Genova, con un vivace scambio di esperienze locali.
Le finalità erano quelle di prevenire situazioni a rischio di disagio psichico nella popolazione giovanile e, al contempo di sensibilizzare sull’importanza dell’inclusione sociale.
Infatti tanto più è precoce il riconoscimento delle situazioni di disagio psichico, tanto più efficace è l’intervento e tanto maggiore la possibilità concreta di prevenire l’insorgenza di disturbi gravi e di disabilità.
L’integrazione con la cittadinanza, con le scuole, con i gruppi sportivi, con le associazioni di ogni tipo si è subito dimostrato il principale strumento di prevenzione e di aiuto dei giovani in difficoltà.
Tramite il progetto ministeriale si è costituito il gruppo “coalizione di comunità” composto da soggetti (associazioni, insegnanti, operatori sanitari, sacerdoti…) già sensibilizzati al tema o perché a contatto diretto con i giovani in vari contesti o perché coinvolti nelle politiche di promozione della salute mentale nella comunità. Hanno partecipato alla coalizione anche associazioni che si occupavano direttamente o indirettamente di migranti in quanto popolazioni anche loro a rischio di disagio psichico.
Verso la fine del percorso progettuale il Dipartimento di salute mentale, insieme alla “coalizione di comunità”, ha ritenuto utile favorire la riflessione e la discussione partendo dai giovani e quindi ha promosso un evento di partecipazione attiva dove i protagonisti fossero davvero loro.
E’ nato così “Punto d’incontro” con due azioni parallele: la sensibilizzazione della cittadinanza sul tema del disagio giovanile e un concorso dedicato ai giovani che premiava la realizzazione creativa di poesie, prose, video, fotografie, disegni, sculture…sul tema della solitudine dei ragazzi e dell’inclusione sociale. Volutamente, per favorire l’aggregazione, il bando prevedeva la partecipazione dei giovani solo in gruppi e non singolarmente.
I ragazzi che hanno partecipato, numerosi dalle scuole superiori, ci hanno molto sorpreso sia per la creatività che hanno mostrato nel presentare il bando di concorso alla comunità, sia nella partecipazione convinta al concorso stesso illustrando e sostenendo le proprie opere.
E proprio per presentare il bando alla cittadinanza essi hanno messo in scena una pièce teatrale molto toccante sulla solitudine dei giovani e sul suo possibile superamento, possibile solo con “l’abbraccio” della comunità.
Le diverse opere presentate al concorso, fotografie poesie sculture cortometraggi…, hanno riscosso grande successo di pubblico e plauso dalla Giuria che ha premiato i primi in classifica. Poi tutti i cortometraggi, alcuni davvero bellissimi, sono stati presentati per due stagioni estive consecutive al Clorofilla Film Festival di Grosseto.
In questo modo il messaggio sulla solitudine giovanile è stato “trasmesso” alla cittadinanza dagli stessi ragazzi tramite una partecipazione spesso anche gioiosa e sicuramente molto efficace.
Vogliamo sottolineare quanto sia importante la condivisione con la comunità nei luoghi della vita quotidiana: l’integrazione con la cittadinanza, con le scuole, con i gruppi sportivi, con le associazioni del terzo settore è infatti il principale strumento di prevenzione, di presa in cura e di aiuto dei giovani e delle loro famiglie in sofferenza.
Contemporaneamente ai progetti di ‘partecipazione attiva’, la collaborazione tra il Dipartimento e la coalizione di comunità seguiva anche una via istituzionale tramite la ‘Consulta’ della salute mentale. Un organismo voluto dal Dipartimento stesso che vedeva coinvolti operatori della salute mentale, associazioni e cooperative sociali del territorio per sostenere “politiche di salute mentale di comunità”.
Grazie alla collaborazione con la Consulta, Cittadinanzattiva toscana ha potuto sollecitare la Direzione aziendale ad accelerare la sua autorizzazione per realizzare il “progetto serra”, utile all’avvio dell’iter riabilitativo di frequentatori giovani e meno giovani dei servizi di salute mentale. L’esistenza della serra, e di tutto il lavoro che l’accompagna, è stata, ed è a tutt’oggi, molto significativa sia nei percorsi riabilitativi sia perché è diventata un punto di aggregazione della comunità locale, consentendo ai tanti che vi partecipano di superare lo stigma che avvolge il ‘disturbo mentale’.
E la coalizione di comunità si è poi trasferita anche in piazza partecipando al progetto Street’s Rooms, promosso dal Comune di Grosseto e dal Coeso.
Bellissima quest’esperienza! Si svolgeva quindicinalmente nel centro storico di Grosseto offrendo musicoterapia a tutti i passanti: mentre i giovanissimi dipingevano murales noi, e tanti altri, suonavamo con gli strumenti più impensabili… seduti in terra!
Un tentativo nuovo e affascinante quello di coinvolgere così la cittadinanza di Grosseto, che ha reagito con curiosità e partecipazione soprattutto da parte dei bambini.
Un’esperienza creativa e di gran coinvolgimento personale, anche per noi, perché capace di far superare rigidità e preconcetti e di far dialogare le persone tra loro in un modo nuovo.
E poi fu festa! “Una giornata insieme nel parco, una festa fatta dalla comunità per la comunità”.
Il 10 ottobre del 2018 (e poi ancora del 2019), nella giornata internazionale della salute mentale, la coalizione ha organizzato una festa nel parco cittadino, aperta a tutti e a cui hanno partecipato in tanti. Musica, colori, palloncini, dolci, pizze, giochi… e molta molta allegria multietnica.
Una buona presenza cittadina e anche istituzionale, ma non formale, è riuscita a creare un clima di gioiosa integrazione e solidarietà tra tutti, in nome del benessere collettivo.
Ma non c’è benessere collettivo senza dialogo!
Parlarsi, discutere, confrontarsi… sono azioni che promuovono una migliore qualità della vita e aiutano le persone ad essere in sintonia con le comunità in cui si riconoscono.
Noi di Cittadinanzattiva toscana abbiamo attivato negli anni 2017-2019, in tutto il territorio toscano, il Progetto DIALOGO perché fortemente convinte che il dialogo (dia = attraverso, logos = discorso) inteso come strumento di confronto senza preconcetti, è la via migliore e più efficace per affrontare le difficoltà di comunicazione e semplificare le relazioni.
Il progetto ha sviluppato anche nel grossetano molti interventi di promozione della salute intesa come “benessere della comunità” a partire dal benessere mentale. Interventi che si sono rivelati utili sia per stimolare una riflessione sul tema della salute di comunità sia per promuovere quell’alleanza terapeutica così utile alla cura e al mantenimento della migliore qualità della vita. Fondamentale si è rivelata l’esperienza di coinvolgere anche le istituzioni locali come i sindaci, “tutori” diretti della salute delle comunità che amministrano.
Grazie a questo progetto, le cui iniziative si sono mescolate a quelle della coalizione di comunità, si è potuta consolidare una rete di persone, appartenenti anche a gruppi di auto muto aiuto e residenti nelle zone emarginate rispetto al capoluogo.
Andava tutto a gonfie vele, ci sembrava di costruire davvero un ‘mondo migliore’… ma purtroppo ci siamo dovuti fermare… come tanti, come tutti, a causa della pandemia.
Quelle descritte sono attività e relazioni che hanno bisogno della presenza. Gli strumenti via web spesso non sono adeguati e, purtroppo ancor più spesso, non sono affidabili nella nostra provincia a causa dei servizi di comunicazione assai scadenti.
Sottolineare il valore dell’inclusione sociale, del bisogno di appartenenza, del rispetto e della partecipazione è, oltre che una declinazione di un principio democratico, un potente determinante per la salute mentale ed il benessere di ogni singolo cittadino e dell’intera comunità.
Siamo convinte che ripartiremo. Teniamo la miccia accesa, come si può: tramite telefonate, messaggini, brevi videochiamate in chat… siamo convinte che INSIEME si può ricominciare!
Una bellissima esperienza di cittadinanza attiva e partecipazione