Vaccinazione Covid-19: troppi ritardi in Toscana
COMUNICATO STAMPA
Esattamente un anno fa, il Covid-19 entrava a forza nelle nostre vite.
I ritardi registrati nella campagna vaccinale, i meccanismi complessi, l’incertezza delle tempistiche e delle modalità di prenotazioni di test diagnostici e vaccini, le informazioni che si accavallano, i bollettini che si susseguono con dati che assumono significati variabili nei diversi contesti e nelle diverse giornate contribuiscono a creare situazioni di incertezza e angoscia tra le persone.
Chiediamo alle istituzioni di volere porre attenzione a non diffondere questa nuova patologia di ‘annuncite’, a volte contagiosa e nociva più del Covid!
Nelle nostre sedi di CittadinanzAttiva – Tribunale per i Diritti del Malato i cittadini si rivolgono, non solo per denunciare ritardi o disguidi, ma per trovare il tempo di ascolto e il tempo dell’informazione.
Le scelte della Regione Toscana sono state di affidare, dopo la prima fase di immunizzazione del personale sanitario e quindi del personale e degli ospiti delle RSA, ai medici di medicina generale la vaccinazione dei loro assistiti, secondo le modalità illustrate dall’Assessore alla Salute Bezzini, basate su criteri demografici, di gravità, e di caratteristiche dei vaccini utilizzati, con un accordo ‘strategico’ con i medici di famiglia per le vaccinazioni degli over 65 anni. Favorendo con chiamata diretta gli over 80, il modello avrebbe dovuto permettere di vaccinare fino a 18 mila pazienti al giorno, per un numero progressivamente crescente di giorni la settimana: purtroppo i risultati sono stati inferiori alle aspettative, tanto che la Regione Toscana è oggi agli ultimi posti in Italia per quota di over 80 vaccinati.
E’ facile fare critiche, mentre non è facile dare consigli, ma dalle decine di segnalazioni che noi come Associazione di Tutela quotidianamente riceviamo, emergono alcune osservazioni che riteniamo opportuno porre all’attenzione del decisore politico della Regione.
- Ci chiediamo se sia possibile ovviare alla corsa alle prenotazioni del vaccino, quando potrebbe essere più agevole semplificare i percorsi, utilizzando i database dell’anagrafe sanitaria incrociati con le esenzioni per patologia dei cittadini residenti (che potrebbero essere eventualmente integrati con le segnalazioni dei medici di medicina generale o degli specialisti che hanno in cura particolari categorie di pazienti – esempio i superfragili), chiamando le persone a vaccinarsi il giorno x all’ora y nel luogo indicato, salvo rinuncia, con un preavviso di circa una settimana e una congrua lista di riserva disponibile. Questo potrebbe ridurre l’intasamento dei call center e delle piattaforme di prenotazione e creare un vero collegamento tra struttura ospedaliera e territorio.
- La prenotazione dei vaccini per i pazienti con handicap e i loro caregiver dovrebbe potere essere contestuale sulla stessa piattaforma, per evitare di vaccinare i primi e non i secondi (o viceversa).
- I pazienti ricoverati negli ospedali (per cause non-Covid) potrebbero probabilmente essere vaccinati in gran parte dal personale ospedaliero durante la degenza. Ci è stato segnalato spesso che il personale sanitario negli ospedali addetto alle vaccinazioni è ampiamente sottoutilizzato.
- I volontari delle associazioni che operano all’interno delle strutture ospedaliere, inattivi forzatamente da un anno, dovrebbero riprendere il loro prezioso servizio qualora potessero essere vaccinati. I nostri volontari di Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato potrebbero così essere autorizzati a riprendere la loro attività di tutela, indispensabile nell’attuale contesto pandemico.
- Riteniamo fondamentale una informazione corretta e univoca, che molto spesso gli stessi call center della Regione e delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere non sono stati, e non sono tuttora, in grado di dare circa la campagna vaccinale e anche riguardo ai servizi sanitari per i malati non-Covid, che sempre esistono, e stanno anch’essi pagando un altissimo prezzo dell’attuale situazione sanitaria.
Mi viene un dubbio :ma no non è che dovevamo far guadagnare qualche studio di informatica per la costruzione della piattaforma per le prenotazioni. Non è possibile che sia stato creato un sistema così stupido
Quando si costruisce una piattaforma per gestire una cosa complessa come una campagna vaccinale si dovrebbe porre la massima attenzione a costruire un sistema agile, che riduca al massimo le interazioni necessarie tra utente e sistema. Non dimentichiamo che molti cittadini anziani non hanno gli strumenti o non sono in grado di accedere al sistema di prenotazioni. Gli informatici e i tecnici (in senso lato, operatori sanitari e amministrazione del SSR) dovrebbero lavorare in modo integrato, cercando di prevenire i problemi. Purtroppo nel nostro paese questo non accade (vedi esperienze di INPS e altre, di cui le cronache sono piene, ma tutto ciò sembra non avere insegnato niente). Come dicevamo nell’articolo, si potevano direttamente fissare delle prenotazioni per i cittadini da vaccinare, secondo le priorità previste, e contattare gli interessati con un ragionevole preavviso.