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Tribunale per i Diritti del Malato: presente e futuro

L’assemblea regionale del Tribunale per i Diritti del Malato (TDM), svoltasi a Firenze il 9 marzo, ha rappresentato un importante momento di confronto su realtà e prospettive del lavoro di CittadinanzAttiva nel settore della salute e della sanità in Toscana.

Tribunale per i Diritti del MalatoLa prima parte dell’assemblea è stata dedicata a una fotografia dell’attività della rete TDM nella nostra regione. Le 17 realtà territoriali sono impegnate da anni in iniziative dedicate sia alla tutela dei casi singoli che sono stati segnalati alle sedi locali, che nella maggior parte delle località sono collocate all’interno degli ospedali, che di carattere generale, di promozione della salute e di confronto con le istituzioni sanitarie, più spesso in collaborazione, altre volte in conflitto – ma sempre alla ricerca di soluzioni condivise ai problemi.

I problemi, che più frequentemente sono emersi dagli interventi dei partecipanti, sono quelli legati alle liste di attesa, alla difficoltà di accesso alle prestazioni diagnostiche e specialistiche, alle carenze della medicina territoriale, alla difficoltà di rapporti con i medici, alla scarsità di alcuni servizi – le segnalazioni più comuni giunte al TDM riguardano i campi della pediatria e della salute mentale, specialmente nelle aree della regione a più bassa densità di popolazione.

Il pomeriggio è stato dedicato all’esame delle prospettive future, indicate anche nell’intervento del coordinatore nazionale della rete, Tonino Aceti.

Come rendere più efficace il Tribunale per i Diritti del Malato?

Se da un lato l’impegno ‘istituzionale’ del coordinamento della rete deve proseguire il lavoro insieme alla Regione e alle Aziende sanitarie, nel collaborare al sistema di governance (i principali temi su cui stiamo lavorando in questa fase sono la partecipazione dei cittadini, la rivalutazione dei meccanismi che regolano attività e dislocazione delle case della salute, le liste di attesa e le modalità di prenotazione ed erogazione dei servizi al cittadino, il risk management e la responsabilità professionale, le reti cliniche), dall’altro stiamo lavorando nelle realtà locali su diversi progetti di monitoraggio dei servizi sanitari (assistenza domiciliare e servizi sul territorio, livelli di ‘umanizzazione’ negli ospedali, ed altri ancora).

Crediamo nella necessità di contribuire alla formazione dei cittadini e di costruire dei modelli che rendano più agevole la comunicazione, l’informazione e la relazione tra i professionisti della salute e i cittadini, e tra gli amministratori e gli utenti del sistema sanitario.

Fondamentale sarà per noi uscire dalle nostre sedi e lavorare sul territorio, per intercettare i bisogni dei cittadini e aiutarli a trovare risposte per la tutela della loro salute.

L’ostacolo più grande alla nostra attività è la carenza di risorse, a cui si cerca di supplire con un sempre maggiore impegno di tutti. L’entusiasmo non manca, e dobbiamo cercare di ‘contagiare’  la cittadinanza, per rendere il nostro lavoro – il valore del quale ci viene comumente riconosciuto – più efficace e capillare nelle nostre città e nelle aree più periferiche, cercando di attirare verso un ‘coinvolgimento civico’ anche le giovani generazioni, cercando contatti con la scuola, facendo ‘rete’ con altre organizzazioni e con le amministrazioni comunali.

Ricordiamo per concludere la Dichiarazione di Alma Ata (Conferenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) del 1978: ‘Le persone hanno il diritto e il dovere di partecipare individualmente e collettivamente alla progettazione e alla realizzazione dell’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno.’

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