La mia notte nell’emergenza cardiologica
Qualche considerazione da condividere dopo una notte vissuta attraverso i servizi di emergenza fiorentini, tra 118 e Careggi.
Diciamo che ho ‘voluto’ sperimentare personalmente il funzionamento dell’emergenza cardiologica del 118 e il nuovo DEA di Careggi, con una ‘notte-test’. Sintomi molto dubbi, con un passato di pregresso infartuato con due stent nelle coronarie e un episodio ipertensivo improvviso quando la terapia in atto da oltre un anno funzionava in genere bene.
La cosa curiosa è stata che da giorni, compresa la mattina precedente, eravamo a discutere e ragionare sui meccanismi dell’emergenza cardiologica territoriale che sulla carta non ci sembravano del tutto adeguati.
Chiamata l’ambulanza alle 23,30 e arrivata in 3 minuti, l’infermiere del 118 rapidamente e professionalmente ha controllato i parametri vitali ed eseguito l’elettrocardiogramma, confrontandolo con i precedenti, e mi ha comunicato che secondo protocollo mi dovevano portare in pronto soccorso. Contattata Careggi, dove già ero in cura, partenza da casa con sirena (dopo avermi rassicurato dicendo che la sirena era da protocollo e non perchè io stessi per morire nei prossimi dieci minuti!) e arrivo al DEA di Careggi poco dopo mezzanotte. Due-tre minuti per il triage (codice giallo), e tutto il resto (monitoraggio, ECG, eco, radiografia del torace, visita del medico e del cardiologo, risposta degli esami del sangue, terapia per abbassare la pressione, tutto, a parte la pressione alta, risulta negativo: con i consigli per altri esami clinici da programmare nei giorni successivi, alle 3,30 ero pronto per il ritorno a casa: non avevo un infarto!
Tutto ha funzionato alla perfezione. Ambulanza attrezzata arrivata rapidissimamaente, grande professionalità e capacità di comunicazione da parte di tutti. A Careggi ancora grande efficienza, tempestività, accoglienza, comunicazione, empatia, pulizia. Anche una notte tranquilla nei nuovi ambienti spaziosi in cui non si notavano gli effetti dell’emergenza influenza. In sostanza, tutto bene, 10 e lode per tutti e grazie.
Questo per sottolineare il fatto che il nostro sistema sanitario pubblico può funzionare alla perfezione. Vi è in genere grande professionalità e capacità di rapportarsi in modo efficace e umano con le persone. Questo riconoscimento è dovuto a chi si prodiga quotidianamente per adempiere al proprio dovere. Un’altra considerazione, che riflette le preoccupazioni ingiustificate di molti cittadini quando chiamano un’ambulanza: non è indispensabile nella grande maggioranza dei casi che ci sia il medico insieme all’infermiere per attivare i meccanismi dell’emergenza!
Purtroppo nella nostra sanità pubblica vi sono in molte regioni sacche di inefficienza e disorganizzazione, spesso poche risorse male usate, e la consuetudine di gettare fango sugli altri per coprire le proprie inadeguatezze e responsabilità. Dobbiamo come cittadini, insieme ai professionisti, sapere comunicare, criticare quando necessario, ma riconoscere che se il SSN non va nel modo migliore, questo non deve essere smantellato, ma difeso e migliorato insieme.